Se il corpo cambia, cambia lo spirito, e se lo spirito cambia, il cosmo intero si modifica

L'ALBERO


"Una volta, molto prima che l'essere umano apparisse sulla terra, un albero gigante si elevava fino ai cieli. Asse dell'universo, attraversava i tre mondi. 
Le sue radici sprofondavano fino agli abissi sotterranei, i suoi rami raggiungevano l'empireo. 

Le acque attinte nel suolo diventavano la sua linfa; dai raggi del sole nascevano le sue foglie, i suoi fiori e i suoi frutti. 
Per il suo tramite, il fuoco scendeva dal cielo; la sua cima, raccogliendo le nuvole, faceva cadere le piogge feconde.
Verticale, l'albero assicurava il legame tra l'universo uraniano e le voragini cetonie. In lui, il cosmo perpetuamente si rigenerava. Sorgente di ogni vita, l'albero riparava e nutriva migliaia di esseri. Tra le sue radici strisciavano i serpenti, gli uccelli si posavano sui suoi rami. Gli stessi dèi ne facevano la loro dimora.
Questo albero cosmico, lo si ritrova in quasi tutte le tradizioni, da un capo all'altro del pianeta, e si può supporre che esistesse ovunque, anche là dove la sua immagine si è perduta".


Jacques Brosse, Mythologie des arbres


Ho scelto di parlare dell'albero, perché tra i vari simboli, è quello maggiormente legato al corpo e alla sua verticalità. Oltre ad esprimere una grande energia potenziale e generatrice, l'albero è il ponte tra la terra e il cielo, fra due forze che si oppongono, tirando nelle due direzioni. 
L'albero ci parla della spinta dell'uomo verso la conoscenza, in uno sforzo di risalita che si origina dal seme, dove tutto è contenuto in potenza, nel tentativo innato di realizzare se stesso. E la colonna vertebrale è il luogo sacro, prescelto di questa realizzazione.

Verticalizzare la colonna, scopo perseguito dallo yogin con le Asanas, costituisce sul piano anatomico una condizione indispensabile per l'ascolto interiore, e il conseguente sviluppo del pensiero e della parola. Così quando l'essere umano acquisisce un ascolto profondo, un ascolto interiore, srotola l'albero della conoscenza, scopre la propria forza e diventa padrone del pensiero e della parola.
La verticalizzazione si attua obbedendo ad un equilibrio che non è per nulla statico, ma ottenuto attraverso una serie di squilibri, che permettono di aprire i canali e di far salire l'energia. (Da qui la difficoltà di certe posizioni!)
Ed ecco che l'energia risvegliata, come la linfa per l'albero, percorre e nutre i tessuti, gli organi interni, il corpo fisico e quello spirituale.
Lo Yoga si presenta dunque come un cammino che unisce la terra e il cielo, la forza materiale e la potenza spirituale, l'energia e la coscienza. 
Niente riassume meglio questo concetto della posizione seduta dello yogin, la cui colonna vertebrale ben collocata serve da asse di circolazione per le due correnti, terrestre e celeste, che lo attraversano, inondandolo di vita.