Il pensiero buddista ricorre spesso a questa immagine per descrivere l'attività della nostra mente.
Un'altra immagine molto diffusa racconta di una scimmia che vive in una stanza con sei finestre, corrispondenti ai cinque sensi e alla mente. Priva di controllo, la scimmia corre continuamente da una finestra all'altra. Appena ci svegliamo al mattino la scimmia inizia a correre, passando velocemente da una finestra all'altra, attirata da qualcosa da vedere o da gustare. E subito se ne allontana, richiamata da una loro stimolo.
In questi ultimi mesi mi è apparso chiaro il significato contenuto in questo messaggio.
L'attività della mente è sconfinata, incessante, e spesso, lontana dal farsi guidare, ci governa. La scimmia può esser un buon servitore, ma è sicuramente un cattivo padrone, e, se non abbiamo allenato la mente, rischiamo che il padrone diventi lei.
L'attività della mente è sconfinata, incessante, e spesso, lontana dal farsi guidare, ci governa. La scimmia può esser un buon servitore, ma è sicuramente un cattivo padrone, e, se non abbiamo allenato la mente, rischiamo che il padrone diventi lei.
A quel punto il controllo che avremo sulla mente-scimmia sarà scarso, se non addirittura nessuno. Talvolta, con grosso sforzo e per brevi istanti, riusciremo ad addomesticarla.
Ma saremo ancora lontani dal risultato sperato, da quella sensazione di quiete nella quale ci sembra di recuperare un senso, nella quale ci sentiamo al nostro posto.
Quella condizione di raccoglimento, contemplazione, concentrazione, quella che non è distratta dal "rumore" dei concetti, delle parole, dei nostri schemi mentali, quello stato che sembra così difficile da raggiungere, è la condizione ideale che ci permette di entrare in contatto con noi stessi.
Ma come si fa ad addomesticare la mente, per vedere e pensare con maggiore chiarezza?
E' utile sviluppare tre qualità mentali essenziali: concentrazione, consapevolezza, flessibilità.
Lo sviluppo della concentrazione favorisce l'attenzione, e riduce l'incessante attività della mente, tenendo i pensieri sotto controllo.
Lo sviluppo della consapevolezza amplia e rafforza la conoscenza di noi stessi, del nostro corpo, e del mondo che ci circonda.
Lo sviluppo della flessibilità accresce la creatività e libera dai pregiudizi e dai blocchi, favorendo una maggiore libertà di scelta.
Per sviluppare queste qualità può essere utile la solitudine, intesa non come isolamento dal mondo, ma come stato di raccoglimento caratterizzato dal silenzio, che consente l'apertura all'attimo che stiamo vivendo, al momento presente.
Il mondo non scompare anzi ci appare più autenticamente per quello che è.
In questi momenti non c'è "solitudine", cioè separazione, ma c'è unità, connessione con il nostro io più profondo. Quell'io fondato sui pensieri, sulle opinioni, sulle esperienze passate, sfuma, per lasciare il posto allo spazio infinito che c'è in ognuno di noi, al senso di appartenenza all'energia primordiale.
Questi momenti di "solitudine" sono magici e ci permettono di sentirci tutt'uno con l'universo.
E allora prendiamoci il tempo di osservare il nostro respiro, in ogni momento, in ogni luogo.
Concediamo alla nostra mente il lusso di non essere continuamente distratta, riportandola al momento presente.
Fermiamoci anche solo un istante, e lasciamo che avvenga la magia.
Con gli occhi stupiti del bambino, incontreremo ciò che è sempre stato a portata di mano:
il nostro io più autentico.
E allora prendiamoci il tempo di osservare il nostro respiro, in ogni momento, in ogni luogo.
Concediamo alla nostra mente il lusso di non essere continuamente distratta, riportandola al momento presente.
Fermiamoci anche solo un istante, e lasciamo che avvenga la magia.
Con gli occhi stupiti del bambino, incontreremo ciò che è sempre stato a portata di mano:
il nostro io più autentico.
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