Il silenzio.
Chi non ha provato imbarazzo, paura, ansia una qualche forma di fastidio, nello stare a contatto con uno spazio vuoto, privo di rumore,
peggio ancora se in quello spazio vi erano altre persone nella stessa condizione?
Qualcun altro, nella stessa situazione, si sarà sentito a proprio agio, sollevato, rilassato e completamente assorto nella contemplazione, nell'ascolto.
Chi non ha provato imbarazzo, paura, ansia una qualche forma di fastidio, nello stare a contatto con uno spazio vuoto, privo di rumore,
peggio ancora se in quello spazio vi erano altre persone nella stessa condizione?
Qualcun altro, nella stessa situazione, si sarà sentito a proprio agio, sollevato, rilassato e completamente assorto nella contemplazione, nell'ascolto.
Già, perché nel silenzio si ascolta. O meglio, si "sente".
Nella pratica di Mindfulness, così come nello Yoga, l’invito al silenzio è l’invito stesso alla pratica. Il silenzio infatti non è una condizione esterna e interna da raggiungere ma è, piuttosto, uno strumento della pratica stessa che ci dà la possibilità di aprire uno spazio all’ascolto profondo. Un ponte, che ci libera dalle catene dei condizionamenti, dei giudizi, per aprirci a noi stessi. A quello che affiora spontaneamente. A quello che c'è.
Sensazioni, emozioni, pensieri.