Se il corpo cambia, cambia lo spirito, e se lo spirito cambia, il cosmo intero si modifica

domenica 28 maggio 2017

SEMINARE

Reduce da un seminario di due giorni. 
Pratica, Yoga, respiro, ma anche tanti concetti da elaborare, digerire, per poi restituirli ai miei allievi sotto forma di contenuti assimilabili. 
E' pur vero che lo Yoga sembra sempre più ai miei occhi una scienza esatta, perché parte dal particolare, da ciò che il praticante esperisce durante la sessione, per arrivare all'universale, e con esso, elevare la coscienza a stadi superiori di comprensione. 
Forse sarà questo uno dei motivi che me lo fa tanto amare. 


Io che con la terra convivo, in quanto elemento superiore che regola il mio rapporto con il circostante, vedo nella pratica Yoga una delle tante modalità di afferrare la realtà, di farla propria ed entrare a farne parte concretamente.
Dalla terra, prithvî, la prima delle cinque sostanze riconosciute dalla teoria indù degli elementi, si sviluppa l'evoluzione e la costituzione dell'essere che ritrovo nella mia pratica quotidiana. 
Per questo a chi mi dice che lo Yoga è una disciplina astratta e lontana dalla realtà, rispondo che non c'è niente di più concreto di una sessione di Asana e Pranayama. Non c'è niente di più reale del nostro corpo fisico, e dell'esperienza che viviamo mentre pratichiamo. Non c'è niente che ci faccia sentire più vivi dell'ascolto delle nostre sensazioni, e della presa di coscienza del nostro corpo pulsante, carne, muscoli, ossa, respiro.
Perché solo chi è consapevole vive davvero. 

Così, da seminario, a seminare.


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