Quanti di voi, ieri, hanno srotolato il tappetino, per festeggiare questa speciale ricorrenza?
Già, perché ieri, 21 giugno 2018, era la Giornata mondiale dello Yoga! E non ditemi che non lo sapevate! Da quattro anni è un appuntamento molto atteso, sia dai praticanti, sia dai neofiti, che si avvicinano a questa disciplina anche solo per un giorno, per respirare un po' dell'energia sprigionata dalle migliaia di iniziative organizzate in giro per il mondo. Eventi, festival, lezioni, convegni e manifestazioni, tutte dedicate all’antica pratica indiana.
Che cos'è per me la Giornata mondiale dello Yoga? Sostanzialmente una festa, un'occasione ulteriore per portare lo Yoga nella mia vita, con tutti i benefici che ne conseguono.
Condivido le parole del premier indiano Narendra Modi, che nei giorni scorsi ha twittato: "Lo yoga è un viaggio da me stesso a "noi", assicura equilibrio e calma, favorisce la concentrazione e dona una forza immensa. All'approssimarsi della quarta edizione dello Yoga Day, incoraggio tutti nel mondo a far entrare lo yoga nella propria vita”.
La scelta della data non è casuale: il 21 giugno è infatti chiamato Dakshinayana, cioè il passaggio alla seconda parte dell’anno.
Nella cultura yogica questo termine indica il momento in cui il Sole inizia a tracciare un movimento verso sud nell’emisfero settentrionale: il solstizio d’estate.
Dakshinayana, coincide con l’inizio di un processo di purificazione del corpo, una fase di cambiamento e rinnovo di sé.
Non bisogna infatti dimenticare che, lungi dall'essere una semplice ginnastica, lo Yoga è prima di tutto un cammino di autorealizzazione, il cui fine è quello di portare alla salvezza spirituale. Seppur in epoca recente lo Yoga si sia diffuso anche nel mondo occidentale, le fonti della pratica risalgono a circa cinquemila anni fa. Con il temine Yoga, ormai a mio avviso piuttosto abusato, si indicano le pratiche ascetiche e meditative, intese come mezzo di elevazione e di realizzazione del sé. In questo senso, il cammino yogico, rappresenta una delle sei darśana, ovvero uno dei “sistemi ortodossi della filosofia religiosa” hindu.
Insomma, siamo anime in cammino, e trovo molto bello che si possa condividere oggi, questo dono inestimabile che proviene dall'antica tradizione indiana. Lo Yoga incarna l’unione di mente e corpo, pensiero e azione. Un approccio olistico prezioso per la nostra salute e per il nostro benessere. Lo yoga non è solo esercizio; è un modo per scoprire il senso di unità tra se stessi, il mondo e la natura.
E questo forse può contribuire allo sviluppo e alla pace.
Namaste
Dakshinayana, coincide con l’inizio di un processo di purificazione del corpo, una fase di cambiamento e rinnovo di sé.
Non bisogna infatti dimenticare che, lungi dall'essere una semplice ginnastica, lo Yoga è prima di tutto un cammino di autorealizzazione, il cui fine è quello di portare alla salvezza spirituale. Seppur in epoca recente lo Yoga si sia diffuso anche nel mondo occidentale, le fonti della pratica risalgono a circa cinquemila anni fa. Con il temine Yoga, ormai a mio avviso piuttosto abusato, si indicano le pratiche ascetiche e meditative, intese come mezzo di elevazione e di realizzazione del sé. In questo senso, il cammino yogico, rappresenta una delle sei darśana, ovvero uno dei “sistemi ortodossi della filosofia religiosa” hindu.
Insomma, siamo anime in cammino, e trovo molto bello che si possa condividere oggi, questo dono inestimabile che proviene dall'antica tradizione indiana. Lo Yoga incarna l’unione di mente e corpo, pensiero e azione. Un approccio olistico prezioso per la nostra salute e per il nostro benessere. Lo yoga non è solo esercizio; è un modo per scoprire il senso di unità tra se stessi, il mondo e la natura.
E questo forse può contribuire allo sviluppo e alla pace.
Namaste
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