Se il corpo cambia, cambia lo spirito, e se lo spirito cambia, il cosmo intero si modifica

giovedì 12 dicembre 2019

UPAVASA E EKADASHI. IL DIGIUNO YOGICO.

Lo Yoga non potrà essere raggiunto
né da colui che mangia troppo
né da colui che si astiene dal cibo
né da colui che dorme troppo
né da colui che troppo veglia.

Raggiungerà lo Yoga colui che
mangia e beve come si conviene,
di cui tutti gli atti sono regolati dalla ragione
e che sa equilibrare il sonno e la veglia.

– Bhagavad Gita –

Ispirata dalla luna piena di oggi, 12 dicembre, vorrei parlarvi di un argomento piuttosto dibattuto, in tema di alimentazione yogica.   
Si parla tanto di digiuno, come strumento terapeutico e di cura di tantissime malattie e disagi, sia fisici che psicologici. Purtroppo molto spesso si applica a sproposito, senza tener conto né della costituzione individuale né del momento giusto per farlo. Generando a volte più danni che benefici.

Gli antichi yogin digiunavano in giorni particolari, e nell'arco delle 24 ore, assumevano solo aria e acqua.
Upavasa è uno dei termini sanscriti usati per designare il giorno del digiuno, ma il suo significato è più profondo. Significa: stare vicini al Supremo, upa = vicino, vasa = dimora divina. Come sempre accade nello Yoga, la pratica lavora su molti livelli, fisico, psichico e spirituale.
Il miglior sistema per purificarsi fisicamente e mentalmente è digiunare regolarmente, avere un'alimentazione senziente, fare le Asana ogni giorno, praticare un'igiene profonda e fare delle pratiche spirituali.
Dal punto di vista strettamente organico, il digiuno concede il meritato riposo agli intestini, allo stomaco, al fegato e a tutti gli altri organi metabolici. 
Visto che ormai è noto che la maggior parte delle malattie, ha la sua origine nel tratto gastrointestinale, risulta quasi ovvio che il digiuno sia una delle migliori medicine preventive, poiché con il riposo del sistema digerente si possono espellere e neutralizzare le tossine accumulatesi con i processi metabolici cellulari. 

E cosa c'entra la luna, direte voi?
Il nostro corpo è costituito per lo più di acqua e come tutti i corpi liquidi (mari, piante, animali) risente dell'influenza gravitazionale che esiste fra la terra e la luna.
(Il ciclo mestruale con la sua espulsione di liquidi è di 28 giorni, come quelli del ciclo lunare)

Dal punto di vista mentale, le statistiche ci dicono che c'è una stretta relazione fra i giorni vicini alla luna piena e alla luna nuova e vari disturbi mentali e fisici (sogni agitati, notti insonni, sonnambulismo, generale nervosismo e irritabilità).
Il digiuno fatto secondo il calendario lunare yogico, limita l'effetto di questi disturbi, poiché l'astensione dal cibo tiene le due valvole dello stomaco (cardias e piloro) chiuse e non permette così l'ascensione dei gas intestinali ed altri vapori acidi del tratto gastrointestinale nella zona cerebrale.

Ekadashi è il giorno prescritto per il digiuno lunare nell’induismo e corrisponde all’11° giorno dopo la Luna Piena e all’11° giorno dopo la Luna Nuova, entrambe comprese (Eka in sanscrito significa undici).
Durante quei due giorni del ciclo lunare avviene una trasformazione linfatica nel nostro organismo.

Il giorno di Ekadashi la ghiandola pineale secerne un ormone particolare che dà un'esperienza mistica a coloro che meditano e digiunano. Digiunando per molti giorni gli antichi yogin hanno notato che nell'undicesimo giorno dopo la luna piena e dopo la luna nuova avevano esperienze di meditazione più profonde.
Naturalmente questa non è un esperienza immediata per chi inizia a praticare, ma sicuramente si potranno sperimentare subito dei benefici fisici e mentali. 

Shrii Shrii Anandamurti scrive:
    "Se si digiuna in accordo con il sistema tantrico, le sostanze velenose e improduttive vengono distrutte ed espulse. Oltre a ciò, l'energia che non viene utilizzata per la digestione può essere utilizzata per altri scopi. Per questo motivo il giorno del digiuno è un giorno eccellente per praticare più Sadhana (pratiche spirituali)."

Il digiuno è stato per millenni uno strumento utile per l'introspezione e per la meditazione. Se studiamo la vita di grandi personaggi spirituali della storia umana, notiamo che utilizzavano l'astensione dal cibo come un momento di distacco dalla vita terrena, per capire meglio quello che dovevano fare nella loro esistenza umana.
Durante il digiuno la mente segue un po' il processo fisico, cioè porta "a galla" le tossine (pensieri confusi) per poi eliminarle. La purificazione mentale si ha con l'aiuto di una mente che è più forte, grazie al surplus energetico dato dall'inattività del sistema metabolico. 

Ma che cosa fare in pratica?
Il digiuno è a tutti gli effetti una pratica igienica e salutare. 
Serve a depurare a fondo l'organismo, generando salute e vigore sia fisico che mentale.
Il calendario lunare prevede i giorni più indicati per il semidigiuno e il digiuno, calcolati sulle fasi lunari secondo la Tradizione yoga.
Si fa distinzione tra:
Ardua Ekadashi (astensione dal pasto serale)
Pura Ekadashi (astensione dai pasti per 24 ore)

Il vero digiuno tantrico andrebbe fatto senza liquidi, per un giorno completo. Questo digiuno "a secco" non dovrebbe estendersi ad altri giorni oltre che ad Ekadashi, poiché danneggerebbe il sistema urogenitale.
Unica eccezione bere solo acqua calda, bollita per 10 minuti circa, succo di limone, tè bancha e tisane.
Dolcificare con malto di riso o di orzo.

Il digiuno deve essere praticato da coloro che fisicamente stanno bene e che accettano questa pratica come parte integrante di uno stile di vita sano.
Il giorno successivo al digiuno era concesso mangiare frutta di stagione a colazione, pranzo e cena, senza arrivare a sentire la sensazione di gonfiore, accompagnata da un piatto di cereali integrali (riso, orzo, avena, farro) bolliti e conditi con poco olio crudo e sale.
Nei giorni successivi si aggiungono via via nuovi alimenti sino a tornare a un’alimentazione normale.

Il digiuno lunare purifica il corpo, rafforza la mente ed eleva lo spirito. 
Namaste
Vale








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