Perdere la nostra connessione con il corpo significa diventare privi di una patria spirituale.
Senza un'ancora galleggiamo privi di scopo, sbattuti dai venti e dalle onde della vita".
Anodea Judith, Il libro dei chakra.
Complice il meraviglioso libro di Anodea Judith, che ho appena terminato di leggere, voglio iniziare con voi un viaggio attraverso i chakra.
Ogni settimana un nuovo post vi accompagnerà alla scoperta di una di queste misteriose e potenti ruote magiche, per cercare di capire come nasce, quando si sviluppa, come funziona e come può influenzare positivamente (o negativamente) la nostra vita.
Ogni settimana un nuovo post vi accompagnerà alla scoperta di una di queste misteriose e potenti ruote magiche, per cercare di capire come nasce, quando si sviluppa, come funziona e come può influenzare positivamente (o negativamente) la nostra vita.
Ma che cos'è un chakra?
Sostanzialmente un centro di attività che riceve, assimila ed esprime l'energia della forza vitale. Il termine sanscrito significa ruota o disco, e fa riferimento ad una sfera rotante che si colloca lungo la colonna vertebrale. A ben vedere le ruote sono sette, poste l'una sull'altra, in una colonna di energia che collega la zona sacrale alla sommità del capo. Una sorta di scala che unisce simbolicamente il Cielo alla Terra, la mente al corpo, lo spirito alla materia.
L'attività dei chakra influenza la funzionalità ghiandolare, il respiro, il metabolismo, le affezioni fisiche croniche, e diventa evidente nella forma del nostro corpo fisico, negli schemi che si manifestano nella nostra vita, nel modo in cui sentiamo, pensiamo e affrontiamo le situazioni che ci si presentano nel corso del tempo.
Il sistema dei chakra è valido quanto qualunque teoria psicologica, e può esser utilizzato come strumento per riprogrammare la nostra vita. Il processo di guarigione è reso possibile dall'integrazione di corpo, mente ed energia.
Partirò esaminando il primo chakra, Muladhara, il cui nome sanscrito significa Radice.
Si colloca alla base della colonna vertebrale, nella zona del coccige, è legato all'elemento terra e direttamente connesso all'istinto primario che governa la nostra vita: la sopravvivenza.
E' in relazione alla formazione del corpo fisico e si forma durante lo sviluppo prenatale e il periodo infantile. Imparare ad utilizzare il proprio corpo è lo scopo dello sviluppo del bambino in questa fase e occupa la maggior parte della sua coscienza, fino ai 12 mesi dopo la nascita.
Questo stadio getta le fondamenta per la sicurezza e la connessione, che permette la sopravvivenza e forma l'identità fisica. Il primo chakra riflette il diritto di essere e di avere. Per trovare la solidità nel primo chakra dobbiamo possedere un senso istintivo del nostro diritto di esistere.
Il primo chakra risponde al primo livello di identità fisica, e il suo compito è l'autoconservazione. Qui impariamo ad identificarci con il corpo, espressione dell'anima nella sua forma fisica, e con i suoi bisogni primari. In uno sviluppo normale, questi bisogni vengono soddisfatti dai genitori, e questo determina la sensazione di sicurezza provata dal bambino che si sente accudito. Se le necessità primarie (fame, sonno, freddo) vengono soddisfatte il bambino prova automaticamente fiducia verso il mondo, si sente incoraggiato e pronto ad aprirsi.
Nell'età adulta, se il primo chakra è danneggiato, saremo perseguitati da problemi legati alla sopravvivenza, compresi la salute, il denaro, l'abitazione o il lavoro.
Nell'età adulta, se il primo chakra è danneggiato, saremo perseguitati da problemi legati alla sopravvivenza, compresi la salute, il denaro, l'abitazione o il lavoro.
Le domande che possiamo porci sono le seguenti: abbiamo il diritto di occupare uno spazio? Abbiamo il diritto istintivo di stabilire la nostra individualità? Abbiamo il diritto di prenderci cura di noi stessi?
Guarire il primo chakra significa accedere e riconoscere la sacralità del corpo, il nostro diritto di essere qui e di avere ciò che è necessario per garantirci la sopravvivenza.
Guarire il primo chakra significa accedere e riconoscere la sacralità del corpo, il nostro diritto di essere qui e di avere ciò che è necessario per garantirci la sopravvivenza.
Il nostro corpo rappresenta la terra, le fondamenta, la casa. Mettersi in contatto col corpo significa avere radici nella realtà biologica dell'esistenza.
Senza fondamenta forti, radicate, ben poco può essere realizzato.
Le fondamenta ci forniscono un punto di partenza per le nostre future esperienze, determinando ampiamente la forma della struttura sovrastante.
Un primo chakra sano permette a una persona di radicarsi in senso energetico. L'essere radicati ci offre una fonte di forza, collocando il nostro corpo nello spazio e nel tempo, nel qui e ora, e ci porta a sviluppare consapevolezza, in vista della formazione di sane delimitazioni.
Un primo chakra equilibrato è solidamente radicato e dinamicamente vivo. Possiede sia stabilità che consistenza, sia facilità di contrazione che di espansione. Vi è il senso della forma senza rigidità, la sensazione di benessere fisico e una sana distribuzione dell'energia. Ciò conferisce una sviluppata sicurezza interiore, buona cura di sé stessi e un forte senso dell'esistenza.
Il demone del primo chakra, che si oppone alla sua naturale attività, è la paura. Essa nasce quando qualcosa minaccia la nostra sopravvivenza, impedendoci di sentirci sicuri, concentrati e calmi. La reazione istintiva del corpo alla paura è innalzare la propria carica, per prepararsi all'attacco. Riconoscere la paura reclamando la carica che scorre nel nostro corpo, è un modo per trasformarla in un'alleata. L'energia verrà quindi incanalata in nuove forme e non correrà il rischio di rimanere bloccata.
Ecco due delle Asana che vi consiglio per lavorare sul primo chakra (Potete eseguirle singolarmente, o anche in successione):
TADASANA (La posizione della montagna) In posizione eretta, con i piedi paralleli larghi quanto le anche, gli alluci leggermente convergenti. Mantenete braccia e gambe rilassate (le ginocchia non sono rigide). Portatevi in ascolto del vostro respiro naturale, che muove ritmicamente l'addome, e mantenete saldamente l'attenzione ai vostri piedi e alla sensazione di contatto con la terra.
MALASANA (La posizione della ghirlanda) Dalla posizione eretta, i piedi paralleli, divaricati quanto il bacino, piegate le ginocchia e scendete come per accovacciarvi. Tenete i piedi ben aderenti al suolo e rilassatevi completamente, portando le mani a terra davanti a voi, con i palmi rivolti verso terra.
Durante l'esecuzione delle posizioni potete pronunciare il suono-seme LAM, visualizzando il colore rosso che si espande dal plesso coccigeo verso il resto del vostro corpo.
Durante l'esecuzione delle posizioni potete pronunciare il suono-seme LAM, visualizzando il colore rosso che si espande dal plesso coccigeo verso il resto del vostro corpo.
Entrambe le posizioni ci aiutano ad aumentare il senso di radicamento, incanalando l'energia fisica attraverso i piedi e le gambe.
Il principio del primo chakra è un po' ciò che guida l'albero nel suo sviluppo:
"Più le radici saranno profonde, più potremo espanderci verso l'alto".
Buonanotte
Namaste
Il principio del primo chakra è un po' ciò che guida l'albero nel suo sviluppo:
"Più le radici saranno profonde, più potremo espanderci verso l'alto".
Buonanotte
Namaste
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